La natura esiste

Alberi a Mantova

La natura esiste. Ed esiste come natura. Cioè come un insieme composto di identità non identiche. Di essenze strutturate, precise, determinate e particolari. Si vorrebbe il mondo come amalgama indifferente, di figure equivalenti, materia informe che poi ci penserebbe la coscienza a strutturare. La nostra mente sarebbe una grande produttrice di realtà. Senza di noi sembra che il mondo stesso non esista. Sembra che siamo noi a farlo essere. Ma il mondo si fa beffe del nostro senso di superiorità. Di cattiva superiorità, perché è vero che siamo superiori, ma non al punto di essere ideatori del reale.

La natura sta lì, di fronte a noi, splende di luce propria. O meglio, di luce ricevuta. Non è il mondo la luce ma risplende della luce che riceve. Non si autocrea, autoproduce, il mondo. Esso riceve l’essere, in tutte le sue parti. Lo riceve informato, strutturato, definito. Il lento o veloce evolversi del mondo sperimenta forme, nel senso che le sceglie tra le miriadi possibili nell’enorme, infinito, guardaroba dell’intelletto divino. E noi, piccole ma meravigliose creature, noi siamo lì a bearci dello spettacolo. Noi riceviamo come in uno specchio levigato il variegato spettacolo cosmico. In noi si avvera la profezia che il mondo contiene. Una lettera in un cassetto è una profezia latente, implicita; dice intrinsecamente di una grammatica; attende un lettore; nel suo stesso esistere la lettera profetizza il lettore. Anche se fosse chiusa in un cassetto, che nessuno legge e nessuno ancora sa di lei, eppure quella lettera nascosta reclama silenziosamente due occhi che la leggeranno e delle menti che la comprenderanno.

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