Concorso Leica 2013: Foto 5

Concorso Leica 2013 - 5_IMG_4584

Titolo: “Sia la luce”: il mattino del bis

Cavallo, uomo, casa. Ciò che ci precede e ciò che abbiamo fatto. La natura al completo. L’uomo si copre il volto per l’improvvisa luce; il cavallo scalpita imbizzarrito perché scosso anche lui dal boato luminoso; le finestre della casa si accendono e dalle aperture possiamo immaginare che chi le abita venga abbagliato e guardi fuori. Il fuori torna possibile. Nel buio della notte c’era solo il dentro, la chiusura, lo spappolato isolamento, la solipsisticità (brutta parola, ma rende). Lo Scheol per gli ebrei è il regno della morte in cui le vite non sono scomparse ma vivono una vita larvale, oscura, ridotta. L’anima eterna che siamo non può scomparire nel nulla. Ma il suo permanere non è auspicabile se vissuto nella buia solitudine. Un’eterna e insipida ombra non fa gola a nessuno. L’umanità che ha rifiutato il Creatore non si può aspettare altro. Chi si allontana dal fuoco non si deve stupire del freddo che incontrerà.

Leggi ancora

Concorso Leica 2013: Foto 4

Concorso Leica 2013 - 4_IMG_9047

Titolo: Et voilà, l’existance

Il francese si presta bene alla sorpresa. “Et voilà”, dice il mago mentre sul palco estrae dal cilindro il coniglio, o quando toglie il drappo che copre la scatola da cui è sparita la ballerina. Il nostro stupore per la magia è un riflesso dello stupore per l’apparire dell’essere che il Grande Mago compie ogni istante della vita. La magia è una metafora che racconta il miracolo dell’essere.

Come esprimere questo evento miracoloso del nostro apparire? Usando lo specchio mi permette di creare una continuità di reale e contemporaneamente di dare l’impressione dell’entrare in scena (o uscirne) di qualcuno o qualcosa. L’entrare in scena delle persone equivale per me al loro apparire, al venire ad essere, al loro (e nostro) apparire. Et voilà, l’existance.

Concorso Leica 2013: Foto 3

Concorso Leica 2013 - 3_IMG_8208

Titolo: Arrivi e partenze: il divenire

La fotografia ferma l’attimo. Quindi l’attimo si muove. E qual è il movimento degli attimi? È un venire e andare, arrivare e partire, apparire e scomparire. Il filosofo Severino sostiene che questo è nichilismo. Dal nulla al nulla. Secondo me no, perché sono convinto che il nulla (se è davvero nulla e non semplicemente vuoto) non crea niente. Ma allora da dove viene l’essere che compone la vita e il tempo? Per me non c’è il nulla assoluto da cui emergerebbe il reale che conosciamo. C’è il nulla di mondo, il che non vuol dire nulla assoluto. C’è Dio, il sempre esistente che partecipa il suo essere. E dove finisce il tempo, lo spazio e l’essere che li compone? Dove va il tempo quando passa? Passa verso dove? Sempre in Dio che accoglie tutto come una grande memoria. Ogni istante in un certo senso è eterno, conservato eternamente ma non è nella nostra disponibilità.

La foto con il treno racconta questo movimento del tempo che arriva e parte. Una donna col cagnolino e la valigia rosa, un controllore che osserva la stazione dal suo treno, gente che cammina sulla banchina… La foto è fatta nella stazione Mediopadana progettata da Calatrava. Vi sono rimasto un giorno intero facendo centinaia di foto alle sue sinuose onde. È lunga 500 metri, costruita a più piani, impressionate quando passano i treni ad alta velocità. Alta velocità che non sarà mai abbastanza veloce come gli istanti che si succedono.

Concorso Leica 2013: Foto 2

Concorso Leica 2013 - 2_IMG_7375

Titolo: Ombra della sera

Non c’è ombra senza luce. Non c’è male senza bene. Qui si potrebbe aprire un dibattito con chi sostiene, rovesciando la frase, che non c’è luce senza ombra e bene senza male, decretando la necessità del male per la vita. Io sostengo di no. L’ombra viene dopo, non è necessaria. La frase teologica contenuta nella prima lettera di Giovanni evangelista, in cui si dice che “Dio è luce, in lui non ci sono tenebre”, sostiene che il primo Principio, l’Origine, l’Inizio, l’Essere eterno, è solo positivo. È la tenebra che ha bisogno della luce per essere considerata tale, come la malattia ha bisogno della salute per essere percepita. Anche se è frequente scoprire che la malattia e la perdita ci aiutano ad apprezzare meglio la salute e la vita che abbiamo, ciò non significa che queste negatività sono necessarie, ovvero obbligatorie e originarie. Significa solo che in questo tempo di passaggio sono utili per sapere apprezzare ciò che risplende da se stesso (la vita, l’essere) senza bisogno del suo contrario per affermarsi. A cosa conduce in concreto questo ragionamento? Al fatto che Dio è necessario, indispensabile per vivere, visto che ogni persona che alza l’indice per protestare di una situazione negativa (ingiustizia, malattia, morte…) afferma implicitamente la necessità del Bene, senza la quale non l’avvertirebbe.

Leggi ancora

Concorso Leica 2013: Foto 1

Concorso Leica 2013 - 1_IMG_2826

Titolo: “Parusia”

Questa foto ero indeciso se chiamarla così oppure “Sipario”, per sottolineare che la scena rappresentata sta per aprirsi. Ha prevalso Parusia per le maggiori sfumature di significato che la parola contiene. Vuol dire Presenza e deriva dall’uso di Platone nel descrivere il rapporto della realtà sensibile con il mondo delle Idee eterne. Per lui la realtà “partecipa” (Metessi) e “imita” (Mimesi) il mondo delle Idee, ma anche ne contiene la “presenza” (Parusia). Il termine ha poi significato l’arrivo dell’imperatore in un luogo che viene riempito della sua regale presenza. Nel cristianesimo antico la Parusia è stata applicata a Cristo che ritorna come il Re dei Re e riempie il mondo della sua salvezza.

Leggi ancora

Concorso Leica 2013: I Like

Leica Photographers Award 2013

Fra pochi giorni scade la presentazione dei progetti fotografici per il Concorso Leica 2013. I concorrenti sono quasi un migliaio e diversi album sono di qualità. Consiglio di fare una panoramica. Chi poi volesse fare un pò di tifo mettendo un “Mi piace” al mio album può farlo qui: Apri Album

In questi ultimi giorni ho pensato di dare una breve spiegazione delle foto presentate e dei titoli che le interpretano. Intanto la presentazione che doveva avere max 700 caratteri.

“Dal prodigio non ridestarti, se puoi, dal prodigio della tua apparizione…” (E. Evtushenko, Grazie)

Giro con uno specchio e fotografo paesaggi, persone, città. La sua versatilità permette di comporre scene diverse, facendo cortocircuitare il mondo reale e la sua immagine. L’apparenza del riflesso suggerisce che tutto sta apparendo, anche l’ovvia realtà. Il bordo dello specchio è un taglio che fende il cerchio del mondo, cercando un impossibile oltre. A meno che l’atto stesso del guardare e del fotografare (e la foto che li documenta) non siano già la testimonianza concreta di un nostro “essere dentro e fuori”, di una piccola trascendenza che ci abita. La fotografia è l’arte dello stupore.

Lo specchio nella Lumen fidei

Dall'album Il Sacro spezzato. Mosaico nella chiesa di Santo Stefano a Bologna

Nell’enciclica “Lumen fidei” (La luce della fede), che già il fatto di essere stata scritta da due Papi la rende storicamente unica, si parla per 5 volte di specchio, riferito a Cristo e ai credenti.

n. 22
In questo modo l’esistenza credente diventa esistenza ecclesiale. Quando san Paolo parla ai cristiani di Roma di quell’unico corpo che tutti i credenti sono in Cristo, li esorta a non vantarsi; ognuno deve valutarsi invece « secondo la misura di fede che Dio gli ha dato » (Rm 12,3). Il credente impara a vedere se stesso a partire dalla fede che professa: la figura di Cristo è lo specchio in cui scopre la propria immagine realizzata.

Leggi ancora

La mattina del bis

La mattina del bis

Era scuro. Poi un giorno fu luce. Che sorpresa quel bagliore. Le cose, gli animali, l’umanità intera investita dalla gloria celeste si rianimò incredula e contenta. Oggi, che vedo me guardare quel momento di grazia ipotizzando che si possa verificare, sento quasi impossibili quelle parole. Eppure se la prima luce seppe abbagliare il granitico nulla e rompere con un saluto il suo soffocante silenzio, potrebbe anche riaccadere di nuovo. Il nobile creatore, quando si tratta di dare vita e gioia, ama ripetere: “Sia la luce!”.

Quercia verde

IMG_3093

9 maggio 2013, anniversario di matrimonio. La querciola verde vicino a casa mi ha invitato a un meeting di sguardi (anche gli alberi guardano). Immancabili qualche foto con gli specchi. Ora che è verde e piena di vita comunica energia (anche gli alberi parlano) e vitalità. La quercia è ferma e dà un’impressione di stabilità. Ma a guardarla bene è dinamicissima e le foto con gli specchi provano a testimoniarlo. In realtà ogni cosa, vista da punti diversi, offre una diversa immagine di sé. Ogni cosa è ricca e l’occhio di Dio sa apprezzare la strabordanza di ciascuna piccola forma. Figuriamoci l’insieme e l’associazione infinita delle note e delle forme. Una foto non ha il profumo, il tatto, il suono… quindi è poverissima rispetto al reale che ci si manifesta. Eppure con il gioco degli specchi provo a suggerire la prospetticità (dadaista, futurista?) della possibile percezione di chi non è assuefatto, monotono e rassegnato, di chi non riduce la vastità totipotente di ogni forma al tedioso schemino di un segno fisso e fissato.

Leggi ancora

Kiss

Kiss

I baci che volano via come foglie

come immagini sullo specchio

ma che restano

nelle foto della memoria.

Due funerali

due_funerali_05_funerali166

Un pomeriggio di metà anni ’80 nel mio paese si sono celebrati due funerali, uno di rito civile e uno cattolico. Insieme. Ideologie diverse che si confrontano contemporaneamente. Una visione forse non credente per la quale la vita è tutta qua, e una che crede in un al di là. I riti in fondo si somigliano, l’idea del futuro invece diverge totalmente. Ma se idee diverse danno luogo a riti sociali simili, allora a cosa serve credere in un al di là se poi chi non crede vive lo stesso le stesse cose? Sembra quasi che non sia importante cosa si crede ma come si vuole vivere civilmente. E questa potrebbe essere una morale facile. Penso invece che non sia così semplice. La socialità ha necessità di una trascendenza. L’io vivendo il noi sociale trascende e supera se stesso. In fondo il marxismo, che nella mia terra ha trovato un ambiente durevolmente fertile, dona una speranza alla vita individuale facendo in modo che il collettivo liberato nel futuro utopico diventi prioritario rispetto alle esistenze individuali. Il funerale civile delle foto era sicuramente impregnato di quegli ideali che sfidavano la fede ultraterrena.

Leggi ancora

Apro varchi

gb-88_basilica_rovine

Apro varchi perchè il Dio nascosto possa mostrarsi. Ma niente, nulla accade di rilevante. Nessuna teofania o ierofania o sensofania, o altra decisiva fania. Resta il mondo con la sua presenza ingombrante, e la mia piccola arte, come ogni altra arte, piccola o grande che sia, resta solo una richiesta. Un’implorazione, se si vuole. O una promessa mancata. Smetterò allora di fare varchi e implorare? Perchè si continua imperterriti nell’impresa impossibile? Cosa ci fa andare avanti, quale segreta speranza spinge il nostro fare? O siamo solamente ammaliati da una suprema illusione, prede ossessionate da vane promesse?

Leggi ancora