Il Nulla non ha figli. Poichè qualcosa c’è, allora il Nulla è una superstizione.
Tra il Nulla e il nulla: il primo è fantasia (visto che qualcosa c’è e che dal Nulla nulla, cioè che il Nulla è completamente sterile, non può avere figli, non può fare nulla); il secondo è verità, visto che noi non ci diamo la nostra esistenza, veniamo dal nulla e ogni istante che passa è un fluire, uno stare in essere, un persistere, cioè un venire e andare di esistere, un continuo apparire e sparire, sparire e apparire, istante per istante.
Il fiorire, il nostro esistere, ogni cosa lo riceve, passando dal suo nulla all’esistere. Il nostro nulla, il nulla di mondo, ci è scritto in ogni istante che passa, che va e viene. Il nulla di mondo non è il Nulla assoluto, vera e propria superstizione. Poichè c’è qualcosa – e questo qualcosa esiste, cioè appare, istante per istante, passando dal suo non esistere all’esserci – ciò sembra dire che c’è un “Ché”, un Qualcosa o Qualcuno, che ha pienezza di essere e lo partecipa, lo distribuisce, lo dona alle cose, facendole passare dal non essere all’esistere. Il Origine al posto del Nulla c’è il Tutto, il Pieno, l’Essere che dà a noi un pezzetto della sua luce. Anzi, che ci dà tutta la sua luce, perchè anche la minuscola formica o un granello di polvere quando sono apparsi hanno l’essere in pienezza. Gli manca il possedere la capacità di darsi l’essere, il che crea a loro una dipendenza radicale, assoluta, ma dal momento che esistono hanno, come il Creatore che dà loro essenza ed esistenza, la Sua stessa verità di essere. Una cosa che c’è brilla in eterno.
È gradito un commento