La ricerca con i riflessi continua adesso con uno specchio vero. Volti che spariscono, persone che appaiono, scene frantumate…
Sono molto affezionato all’uomo senza volto. Domande e riflessioni si accavallano: Che identità abbiamo? Chi siamo? Che cos’è propriamente un essere umano?
Quell’uomo con la falce nello specchio che richiama la Signora con la falce: il riflesso in sé è già un richiamo alla nostra contingenza, ma di più ancora: la fotografia in sé, con la sua smania di arrestare l’attimo che fugge, ricorda continuamente e inconsciamente che gli attimi fuggono… La foto è unasintesi della fotografia e del rapporto del nostro tempo con l’immagine.
Le foto caotiche e frantumate… non presagivano già in quegli anni che la Forma della vita manca?, che il caos sembra prevalere?, che il senso è continuamente da cercare con il lumino perchè perduto nella tenebra della frammentazione? Ma c’è anche il gioco dell’assemblare, del vedere nuove e altre prospettive, del riempire il piccolo quadro della nostra percezione con molte vedute ed esperienze…
La foto fatta al cimitero che mostra da una parte la neve che copre la siepe e dall’altra le tombe coperte dalla neve, penso possa voler dire che come il sole scioglierà la neve e libererà il verde della siepe, così si spera, desidera, reclama che ci possa essere un Sole capace di sciogliere la neve sulle tombe e liberare il verde delle nostre vite.
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