Chi è il Re?
La Bellezza o il Dolore?
Chi comanda, chi guida il carro della vita?
Mi porto dentro il contrasto di queste foto da molto tempo. Le immagini del tuo decadimento e quelle dei tanti giorni belli. Tue e in generale della vita. Scene di gloria e di ripulsa. Come tenerle insieme? Come accettare quel cortocircuito? Il viaggio sembra andare dal più al meno e già questo intacca la fiducia di fondo. Si tratta di capire come interpretare il buono e il bello che incontriamo e che a volte siamo. Sono illusioni o profezie? Ci incantano o ci scuotono? Servono per addolcire la pillola del male che prima o poi tocca a tutti ingoiare, oppure anticipano la durata imperitura di ciò che il male ora prova a distruggere?
Io penso e sento che il bene provato è autentico. Ha una carica di verità che resiste agli attacchi del disfacimento. La verità provata nelle ore belle della vita risplende e incoraggia. Sono oasi di fiducia e speranza. La verità dell’amore è talmente enorme che puzza di strinato ritenerla illusoria, fantasia dettata dalla paura. Davanti al bene e alla bellezza i conti dell’instancabile scetticismo non tornano. Il Paradiso è sperato e profetizzato da ogni vivente che assaggia il bene e il bello. Rapido ma profondo. Fuggitivo ma imperituro. Lampo ma stampo, che dà forma al tempo.
Chi è il Re della storia? Quale regola la guida? Guardo a Messa il Cero pasquale. La sua fiammella è la fede nella vita. È l’attestazione che la verità intuita può ben essere creduta e vissuta. Il dolore è maschera, illusione, maya. Non che non sia vero, non che non morda o faccia sanguinare, non che non disperi e atterri le anime ferite. Ma è maschera, alla fine. La famosa ultima parola penso non sia sua, del male. Siamo sempre a un bivio, davanti al confronto tra la speranza profetizzata dalla bellezza e la maschera realissima e bruciante del dolore. La tua storia, mamma Liliana, è quella di tanti. Il bene e la letizia che hai seminato sono più veri e reali della voce seducente che li vuole evaporare. E grazie anche a te, oltre che ad altri miei riferimenti di carne e di carta (come per tante altre persone che hanno le loro oasi di fiducia e speranza), mi viene più facile non arrendermi e considerare il bene e il bello una profezia e una caparra del vero Re e del suo Regno.
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