Il mare è profondo (al largo)
non queste parole, superficiali come una foto.
Le stanze sono fotogrammi.
Molteplici come gli sguardi.
L’idea del profondo può essere un abbaglio.
Se fosse tutto piatto, senza fondo, né segreto.
Tutto è come appare, nient’altro, né messaggio.
Il mare senza dentro ma solo pelle? Epi, epi?
Perfino l’epiderma riceve dallo strato profondo cellule migranti, ascendenti.
Il mare ha il profondo. Il mondo è profondo.
Le conchiglie sulla spiaggia,
viaggiano e migrano, arrivano, salgono.
Testimoniano gli strati del mare, i livelli del mondo.
Linguaggio e grammatica; parole e gola; segno e senso.
Gli sguardi aprono stanze. Parallele, intricate, intrecciate.
Come conchiglie le foto dicono del viaggio dell’osservatore.
Non solo della cosa.
Come si coglie il profondo se non si viene dal fondo?
Le stanze-conchiglie, parlano del fondo della cosa e dell’uomo che la conosce.
Interfaccia tra due fondi. Pretesto per il loro incontro.
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