Eppure c’è vita.
Rigogliosa perfino.
Ma anche se verde,
Il muro è impenetrabile.
Restiamo di qua e Tu di là.
Inutile insistere, non ti commuovi.
L’urlo non lo fora, le lacrime non lo sciolgono.
Sembra perciò inutile rispondere con fermezza
alla tua ferma, risoluta, decisa, impresenza.
Eppure questo stesso grido,
questa stessa preghiera, pur convulsa,
non ci sarebbe senza Te, senza l’intravederti.
Dove sei allora? Se ci sei senza esserci?
Se nemmeno ti si può invocare senza il Tuo beneplacito?
Deve pur averti presagito l’anima sola
Che non si accontenta della sua devastante solitudine?
O benedetta lamentela che schiudi l’orizzonte.
Chi placido bruca il prato, fintamente beato,
Chi assapora la terra, le novità, il rettangolo cerchiato del qua.
Costoro non li invidio.
Meglio la rivolta, perchè l’appello alla gioia del reale
Si compie non da me, non da sè.
La promessa fa bene il suo lavoro quando non pretende
Di essere la risposta.
Il mondo è promessa.
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