Titolo: “Parusia”
Questa foto ero indeciso se chiamarla così oppure “Sipario”, per sottolineare che la scena rappresentata sta per aprirsi. Ha prevalso Parusia per le maggiori sfumature di significato che la parola contiene. Vuol dire Presenza e deriva dall’uso di Platone nel descrivere il rapporto della realtà sensibile con il mondo delle Idee eterne. Per lui la realtà “partecipa” (Metessi) e “imita” (Mimesi) il mondo delle Idee, ma anche ne contiene la “presenza” (Parusia). Il termine ha poi significato l’arrivo dell’imperatore in un luogo che viene riempito della sua regale presenza. Nel cristianesimo antico la Parusia è stata applicata a Cristo che ritorna come il Re dei Re e riempie il mondo della sua salvezza.
Parusia perciò è sia presenza attuale dello spirito, dell’eterno, nel mondo sensibile e sia la venuta piena dell’eterno che redime il mondo caduco e mortale. Questo mondo non va annullato come se fosse niente, solo male e negatività. La realtà che ci circonda non è da odiare aspettandone impazienti la fine, la cessazione. Io, tu, in questo mondo non siamo delle malvagie apparenze da annientare. In noi, nel mondo, pur caduto e limitato, risplende la gloria del creatore. Il mondo è messaggio. Fare arte, in questo senso, è semplicemente corrispondere ad un’essenza strutturale della realtà. L’arte non forza la realtà facendola essere ciò che in partenza non è. Parlare, comunicare e fare arte sono attività rese possibili proprio dal senso latente (e quindi presente, seppure in maniera discreta) nelle fibre più intime del reale.
La ragazza che nell’immagine fotografa la Parusia, coglie la sensatezza del mondo. Fa linguaggio e arte perché nel mondo è “presente” il Logos, la parola, il senso, la ragione. Coglie la Parusia (presenza) del senso, che forse in un momento particolare e privilegiato si disvela, e la traduce in parole e immagini per noi, per gli altri compagni di viaggio. Non siamo abbandonati nell’insensatezza generale con l’unico, velleitario, compito di riempire di senso ciò che non ne avrebbe. Siamo invece chiamati non tanto a inventare il senso ma a scoprirlo. Dire senso, poi, non vuol dire per me parlare sempre in positivo. Anche le ombre sono senso e anzi sono rese possibili dal senso (vedi foto successiva).
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