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agosto 2014

Gocce

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Gocce di foglie
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L’apparire delle cose

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Una foto fatta ieri nel reggiano, vicino al Po. Bisognerebbe riappropriarsi dell’atto dell’apparire delle cose.

 

 

 

Contingenza e Permanenza

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La fotografia è un’arte solo in apparenza semplice. Illude facendoci credere che si tratta di una riproduzione “specchiata” della realtà (soprattutto nel confronto con la pittura) mentre c’è molto intervento umano nel farla. E poi ogni forma d’arte ha un suo proprio. Quello della fotografia è di fermare l’attimo che passa. Ma ciò che continuamente passa è perchè continuamente arriva. La fotografia fa riflettere sull’apparire nostro e del mondo, mentre noi badiamo e ci facciamo accalappiare dal contenuto con i seducnti suoi colori e forme. La bellezza del contenuto ci fa mettere in secondo piano il proprium del malinconico e drammatico lavorio del venire/andare del tempo, delle cose. La fotografia esalta la nostra contingenza. Nella mia ricerca (anche ludica) in cui metto in cortocircuito il mondo “reale” con quello apparente del riflesso, vorrei riportare in primo piano il fatto che è lo stesso reale a essere “strano”, non banale, un miracolo che appare, e nello stesso tempo far rifletere sulla domanda: è tutto apparente? E’, ciò che appare, un’apparenza? La vicinanza dell’apparenza (immagine spechiata) con il reale (immagine diretta), che confluisce poi in un’immagine in cui tutte e due le parti diventano identiche, aiuta a far capire che ciò che appare è reale, non fantasia, fumo, sogno, finzione aleatoria.

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Il Nulla (maiuscolo) non ha figli

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Il Nulla non ha figli. Poichè qualcosa c’è, allora il Nulla è una superstizione.

Tra il Nulla e il nulla: il primo è fantasia (visto che qualcosa c’è e che dal Nulla nulla, cioè che il Nulla è completamente sterile, non può avere figli, non può fare nulla); il secondo è verità, visto che noi non ci diamo la nostra esistenza, veniamo dal nulla e ogni istante che passa è un fluire, uno stare in essere, un persistere, cioè un venire e andare di esistere, un continuo apparire e sparire, sparire e apparire, istante per istante.

Il fiorire, il nostro esistere, ogni cosa lo riceve, passando dal suo nulla all’esistere. Il nostro nulla, il nulla di mondo, ci è scritto in ogni istante che passa, che va e viene. Il nulla di mondo non è il Nulla assoluto, vera e propria superstizione. Poichè c’è qualcosa – e questo qualcosa esiste, cioè appare, istante per istante, passando dal suo non esistere all’esserci – ciò sembra dire che c’è un “Ché”, un Qualcosa o Qualcuno, che ha pienezza di essere e lo partecipa, lo distribuisce, lo dona alle cose, facendole passare dal non essere all’esistere. Il Origine al posto del Nulla c’è il Tutto, il Pieno, l’Essere che dà a noi un pezzetto della sua luce. Anzi, che ci dà tutta la sua luce, perchè anche la minuscola formica o un granello di polvere quando sono apparsi hanno l’essere in pienezza. Gli manca il possedere la capacità di darsi l’essere, il che crea a loro una dipendenza radicale, assoluta, ma dal momento che esistono hanno, come il Creatore che dà loro essenza ed esistenza, la Sua stessa verità di essere. Una cosa che c’è brilla in eterno.

 

Ego sum

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La mia apparizione (il mio apparire) non mi appartiene.

 

 

 

 

Aperture

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Sto fermo.
Sono roccia, spiaggia, terra,
per gli insetti.
Sarò sasso, sabbia, zolla,
con la morte.
Ma…
non so se quadra.
Sento l’insetto, so la morte.
Sono diverso da loro.